domenica 29 gennaio 2012

PENSIERI DI SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE SUL SACRO CUORE- Per diventare santi-


PER DIVENTARE SANTI


"Per diventare santi è necessario amare il Santo dei Santi.
Chi dunque ci impedirà di essere santi quando abbiamo un cuore per amare e un corpo per soffrire?
Che dico?
Per caso, si soffre quando si ama?


Per chi ama ardentemente il Sacro Cuore del nostro amabile Gesù non c'è più sofferenza, perché i dolori, le umiliazioni, la poca stima degli altri, le contraddizioni e tutto ciò che c'è di amaro per la natura, dentro questo Cuore adorabile, viene trasformato in amore, perché Egli vuole essere l'unico nostro amore, senza intromissione alcuna.

Vuol entrare in possesso di noi totalmente, senza eccezioni e vuole fare tutto in noi, senza la nostra minima resistenza.

Consegniamoci dunque al suo potere, fidiamoci di Lui, lasciamolo fare e ci accorgeremo che impiegherà immancabilmente tutti gli operai che saranno necessari alla nostra perfezione e l'opera sarà presto terminata, a condizione sempre che non frapponiamo ostacoli.
Perché spesso per voglia di strafare, sciupiamo tutto e lo costringiamo a lasciarci fare e a ritirarsi da noi disgustato".

mercoledì 25 gennaio 2012

PENSIERI DI SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE SUL SACRO CUORE- Un cuore nuovo

UN CUORE NUOVO



"Questa è la volta buona per lasciarsi bruciare totalmente e inesorabilmente nella fornace accesa del Sacro Cuore del nostro divino Maestro e non uscirne mai più.
E dopo aver abbandonato, tra le fiamme, il nostro cuore corrotto, dobbiamo assumerne uno totalmente nuovo, che ci faccia vivere una vita interamente rinnovata, con un cuore nuovo, che generi pensieri, affetti e azioni del tutto nuovi per purezza e fervore.

Ciò vuol dire che il divin Cuore di Gesù deve subentrare in modo tale nella nostra vita, che non siamo più noi, ma Lui solo a vivere ed agire in noi e per noi; che la sua volontà riduca al nulla la nostra, di modo che non siamo più capaci di opporgli resistenza.
Insomma, dobbiamo fare in maniera che i suoi pensieri, affetti e desideri prendano il posto dei nostri; e che soprattutto il suo amore si sostituisca al nostro, cosicché possa amare Se stesso in noi e per noi.
E così, una volta che questo amabile Cuore sia diventato in noi tutto in ogni cosa, noi possiamo affermare con SS. Paolo: Non siamo più noi che viviamo, ma è Lui che vive in noi".

domenica 22 gennaio 2012

PENSIERI DI SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE SUL SACRO CUORE

Alla pubblicazione del sunto della bolla di canonizzazione di Santa Margherita Maria Alacoque, fa ora seguito, sul blog, una serie di pensieri sul Sacro Cuore, estrapolati da lettere e consigli vari scritti proprio dalla suora visitandina.
Saranno testi utili per la meditazione sul Cuore Adorabile di Cristo, oltre che ausilii preziosi per aumentare il nostro amore e la nostra devozione!







AMARE SENZA SOFFRIRE E' UN INGANNO

"Senza questo S. Cuore la vita mi apparirebbe un tormento insopportabile.
Bisogna amarlo con tutte le nostre forze e facoltà, costi quel che costi e dobbiamo essere contenti quando ci giudica degni di soffrire per amor suo...

Voler amare Dio senza soffrire è un inganno.
D'altro canto non riesco a capire come si possa soffrire quando si ama veramente il Cuore di N.S.G.C. dal momento che Egli muta in dolcezze e tutte le più disgustose amarezze e fa gustare le sue delizie in mezzo alle più grandi pene e umiliazioni.
Ma se il desiderio d'amare con tutto l'ardore il S. Cuore può produrre tali effetti, quali piaceri farà gustare a quei cuori che già lo amano coi fatti?

La pena più grossa per loro è quella di non soffrire o piuttosto di non amarlo abbastanza.
In verità, io credo che tutto si cambia in amore e un'anima, una volta accesa da questo fuoco sacro, non ha altro esercizio o altra occupazione che di amare soffrendo.
Amiamo dunque il nostro Sovrano Maestro pendente dalla croce, perché Lui gode quando trova un cuore che ama e soffre in silenzio".

lunedì 16 gennaio 2012

SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE E IL SACRO CUORE- sesta parte



Si conclude quest'oggi la pubblicazione degli estratti dalla bolla di canonizzazione di Santa Margherita Maria Alacoque.
La parte finale ci riserva la "grande promessa" che il Sacro Cuore di Gesù volle fare all'umanità.
In essa è contenuto l'invito del Signore a comunicarsi per nove mesi consecutivi il primo venerdì del mese, naturalmente alle debite condizioni (confessarsi negli otto giorni precedenti o successivi).
Ovviamente, questa devozione non va intesa come una formula magica: Gesù non può violare la libertà umana e dunque l'uomo può ugualmente "autocondannarsi" se pensa di salvarsi soltanto seguendo questa pratica e poi vivendo nello stato di peccato.
Così come essa è un aiuto ulteriore, ma non indispensabile, per la salvezza delle anime che vivono e/o muoiono in stato di grazia.
La conclusione della bolla, da parte di Papa Benedetto XV, ci richiama ad una triste verità: nonostante la diffusione del culto e l'incremento della devozione al Sacro Cuore di Gesù, molte, troppe sono ancora le anime che vivono in stato di peccato, disprezzando questo Cuore Adorabilissimo... a noi il compito di offrire, riparare, amare anche per questi lontani da Dio, al fine di ottenerne la conversione ed il ritorno nel porto sicuro che è il Cuore che tanto ha amato, ama e amerà gli uomini!







 LA GRANDE PROMESSA

Frattanto la devozione al Sacro Cuore di Gesù si propagava anche in altri monasteri della Visitazione-
Con il consenso e l'incoraggiamento del Padre Rolin, nell'anno 1686, Margherita Maria si obbligò, con voto, di consacrarsi con una unione più strettamente possibile al sacratissimo Cuore di Gesù.

Promise di rimettersi totalmente a Lui nelle gioie e nei dolori, e, dimentica completamente di sé, di amarlo, di offrirgli riparazione, e di voler essere per sempre una sua vittima, operando e soffrendo tutto in silenzio.

Promise, inoltre, di voler amare di cuore tutti i suoi avversari, di ritenerli come i suoi principali amici, di adoperarsi a loro vantaggio e di fare ad essi tutto quel bene che avrebbe avuto la possibilità di fare.



La «Grande Promessa»


Il Signore Gesù poi si degnò di rivolgere alla sua fedele sposa queste parole:
«Ti prometto, nell'eccessiva misericordia del mio Cuore, che a coloro che si accosteranno alla sacra mensa per nove mesi consecutivi, ogni primo venerdì del mese, l'onnipotente amore del mio Cuore concederà il dono della penitenza finale: non moriranno in stato di peccato, né senza ricevere i santi sacramenti; e il mio Cuore in quegli ultimi istanti sarà per loro sicuro asilo».


La visione del 2 luglio 1688

Nel giorno della festa della Visitazione, Margherita Maria pregava davanti al santissimo Sacramento, vide un luogo molto alto e spazioso, di bellezza meravigliosa. 
Al centro, come in un trono di fuoco sfolgorava il sacratissimo Cuore di Gesù; da un lato c'era la beatissima Vergine, dall'altro san Francesco di Sales e il Padre de la Colombière; vi apparivano pure le figlie della Visitazione accompagnate dai loro angeli custodi.
La Regina del Cielo esortò le sue figlie con queste parole: «Venite, figlie dilette, avvicinatevi». E additando il divin Cuore, continuava: «Ecco questo divino tesoro che è stato manifestato soprattutto per voi, perché predilige il vostro Istituto e, come suo Beniamino, lo ama in modo del tutto particolare e a preferenza di altri e lo vuole arricchire di questo dono. Non basta però che voi godiate di tanto tesoro, ma bisogna che ne rendiate partecipi anche gli altri e lo distribuiate con abbondanza nel mondo intero, perché col prenderne non finisce, anzi, quanto più vi si attinge, più ne rimane da attingere».



La devozione verso il divin Cuore

A noi conviene rallegrarci di cuore e ringraziare vivamente Iddio che vive nei secoli dei secoli, per aver benedetto con ogni benedizione spirituale la sua serva Margherita Maria ed averla eletta a suscitare una rinnovata devozione verso il divin Cuore del nostro Salvatore.
Dal giorno della suprema manifestazione di questa volontà fino ad oggi. è andato sempre più crescendo il numero di coloro che si studiano di riparare l'ingratitudine e la diserzione degli uomini da Dio.
La solennità destinata ad onorare il Cuore Sacratissimo è diffusa in tutto il mondo e moltissime sono le cappelle e le chiese ad esso dedicate, dove accorrono i fedeli a implorare misericordia dal Sacro Cuore e la grazia della penitenza finale.
Tuttavia è ancora grande il numero di coloro che non si danno pensiero di Dio e dei suoi comandamenti; enorme l'ignoranza dei doveri verso il nostro Creatore! 
Preoccupati degli affari umani, molti dimenticano la vita spirituale ed eterna e ardiscono perfino proferire bestemmie contro quel Cuore.


Dato in Roma presso San Pietro, l'anno del Signore 1920, nel giorno 13 del mese di maggio, anno sesto del nostro Pontificato,
Io BENEDETTO, Vescovo della Chiesa Cattolica"

giovedì 12 gennaio 2012

SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE E IL SACRO CUORE- quinta parte


Ecco la quinta parte degli estratti da "La meravigliosa storia di Margherita Maria Alacoque".
Da questo testo possiamo riconoscere che, una devozione, se ben praticata (soprattutto "vissuta interiormente") può infiammare anche altre anime di buona volontà....
Siamo dunque tutti invitati ad amare molto il Sacro Cuore, a curare bene la Sua festa, cercando di instillare anche in quanti ci sono vicini l'affetto al Cuore adorabile di Gesù!
Non solo: i nostri sforzi, per quanto piccoli...saranno abbondantemente ricompensati, come dimostra il felice esito dei lavori intrapresi nel monastero di Santa Margherita Maria!

Qui trovate il post precedente!

Buona lettura!





Il testamento

 Un giorno Margherita si sentì imporre dal cielo di fare al suo Sposo una completa donazione di tutto ciò che aveva e per scrivere il solenne atto fu scelta Madre Greyfié. 
Questa facendo le parti di notaio, l'ultimo giorno di dicembre dell'anno 1678, mise in iscritto che, in virtù del potere che aveva sopra Margherita Maria, con clausola irrevocabile e assoluta, offriva, dedicava e consacrava al sacro e adorabile Cuore di Gesù tutte le opere buone che Margherita Maria avrebbe potuto compiere nell'intera sua vita e che altri avesse compiuto per lei dopo la morte, affinché il medesimo sacro Cuore ne disponesse di sua libera volontà ed arbitrio in favore di coloro che voleva, vivi o defunti.


Suor Margherita Maria da parte sua dichiarava fermamente di spogliarsi di tutto, eccettuato il desiderio di voler essere per sempre unita al divin Cuore di Gesù e di amarlo solamente per amor di Lui stesso. 
Tanto la Madre che la suora apposero la loro firma a questo documento che riuscì di sommo gradimento al Signore.
Questi poi disse alla sua sposa che com'ella, per amor suo, aveva rinunziato ad ogni bene, così a sua volta Egli la voleva costituire erede del suo Cuore e di tutte le sue ricchezze. 



La festa del Sacro Cuore in noviziato


All'avvicinarsi del giorno stabilito da Gesù stesso, da consacrarsi al suo sacratissimo Cuore, nell'anno 1685 (era il 20 giugno), Margherita Maria tracciò, a penna, un'immagine del Cuore di Gesù. 
Le sue novizie da lei infervorate, si alzarono a mezzanotte, eressero un piccolo altare, ottenuto il permesso vi collocarono sopra quell'immagine e l'adornarono con devozione. 
Al mattino ciascuna di esse si consacrò e si offri al S. Cuore come sua proprietà. La loro maestra intanto proclamava beate loro, le prescelte dal Signore, per dare inizio alla devozione verso il divin Cuore. 
Tutto il giorno fu trascorso dalle novizie nell'onorare, lodare e benedire l'umilissimo e soavissimo Cuore di Gesù.

Quanta gioia provasse Margherita Maria a questo primo trionfo del Cuore di Gesù, è facile immaginarlo. Ma alla letizia tennero dietro dure reazioni.
Quando si venne a sapere nel resto del monastero ciò che era successo nel noviziato, non mancarono delle religiose che rimproverarono aspramente la serva di Dio e le sue discepole perché di propria iniziativa, dicevano, volevano imporre alle altre suore preghiere e devozioni inconsuete, il che era proibito dalle costituzioni.
Sorte queste contese, Madre Melin, per amor di concordia, vietò di fare in noviziato, davanti agli occhi delle altre religiose, alcunché di simile; in privato però rimaneva lecito alle novizie di praticare le loro devozioni.



Il «Ritiro Spirituale» del P. La Colombière

In breve però la situazione cambiò completamente. 
L'anno precedente era stato stampato a Lione il Ritiro Spirituale del Padre Claudio La Colombière.

Non molto dopo, il libro fu portato a Paray e letto in refettorio, con grande gusto e devozione di quelle suore. 
Tutte infatti avevano tanta stima del Padre che nessuna di esse aveva dubbio alcuno sul contenuto di quelle pagine.
Si giunse al brano nel quale si raccontava di una certa persona favorita da Dio con familiari comunicazioni e alla quale, mentre essa se ne stava in preghiera davanti al santissimo Sacramento, il Signore aveva chiesto di adoperarsi per stabilire la festa del suo santissimo Cuore, il nono giorno dopo la solennità del Corpus Domini. 
Questa stessa persona poi aveva trasmesso all'autore del Ritiro l'ordine di Dio.
Al racconto, le religiose compresero che tra le mura del loro monastero era accaduta qualcosa di soprannaturale e di divino e che la persona ornata di così eccelsi privilegi era suor Margherita Maria Alacoque.

Finita al refezione, durante la ricreazione, una delle consorelle non dubitò di farsi incontro a Margherita Maria e parlargliene apertamente. Essa, senza smentire le cose narrate nel Ritiro, nelle quali aveva avuto un ruolo principale, rispose che da ciò doveva trarre giusto motivo di amare la propria abiezione.



La festa del Sacro Cuore in monastero

A così gravi molestie seguirono grandi consolazioni. 
Essendo infatti imminente il giorno stabilito dal Signore per rendere onore al suo Cuore divino, proprio quella suor Maria Maddalena des Escures, che l'anno avanti si era rifiutata di recarsi in noviziato ad adorarvi il Cuore sacratissimo di Gesù, chiese alla serva di Dio un'immagine dello stesso divin Cuore e la collocò su un altarino, all'ingresso del coro delle religiose.

In quell'auspicatissimo giorno del 21 giugno 1686, le religiose, recandosi al coro, osservarono l'altarino e, meravigliate della novità, furono intimamente commosse e, mutati immediatamente gli animi, a gara adorarono il Cuore divino e lo glorificarono con ardente devozione. 
Si propose subito di far dipingere un quadro che rappresentasse quel santo mistero e ciascuna poteva chiedere del denaro ai propri congiunti per l'esecuzione.
Madre Melin, ispirata da Dio, pensò che prima di dipingere il quadro bisognava costruire una cappella per collocarvelo. 
Le «sorelle del piccolo abito» offrirono, per la costruzione, il denaro sottratto ai loro minuti piaceri. 
Mai come in quell'occasione fu deprecata la povertà del monastero. 
A tale indigenza si rimediò con un lavoro assiduo ed efficace: dai registri del monastero risulta che quell'anno l'orto fu coltivato con tanta alacrità che il raccolto venne raddoppiato.
Non c'è da meravigliarsi che, dopo questa lettura del Ritiro, l'opinione della santità di lei presso tutte le consorelle venisse profondamente confermata.

sabato 7 gennaio 2012

SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE E IL SACRO CUORE- quartaa parte


Ecco la quarta parte degli estratti dalla bolla di canonizzazione di Santa Margherita Maria Alacoque.
In essa troviamo un invito-rivolto anche a noi!- a celebrare con sommo onore (e degna preparazione) la festa del Sacro Cuore di Gesù...in riparazione dei tanti oltraggi che purtroppo questo Cuore Amabilissimo riceve.

Qui è disponibile la terza parte di questi post.






La grande rivelazione

E' degna d'eterna memoria la celebre rivelazione fatta a Margherita Maria durante l'ottava della festa del Corpus Domini del 1675. 
Stando essa dinanzi al santissimo Sacramento, lo Sposo divino profuse alla sua diletta grazie tanto straordinarie, che essa si sentiva spinta fortemente a trovare, a tutti i costi, il modo di ringraziarlo. «Non puoi ricompensarmi, disse Gesù, in modo più gradito che portare a compimento ciò che più volte ti ho chiesto». 

Scoprendo quindi il suo divin Cuore disse: «Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla fino al sacrificio supremo senza limiti e senza riserve, per dimostrare il suo amore. 
La maggior parte di essi però mi ricambia con l'ingratitudine, che manifestano con irriverenze, sacrilegi e con l'apatia e il disprezzo verso di me in questo sacramento d'amore. 
Ma ciò che maggiormente mi affligge è il vedermi trattato così anche da cuori a me consacrati. Perciò ti chiedo che il venerdì dopo l'ottava del Corpus Domini, sia celebrata una festa per render culto al mio Cuore. In quel giorno i fedeli si accosteranno alla comunione e insieme faranno una riparazione intesa ad onorare il mio Cuore e a compensare gli oltraggi recati al santissimo Sacramento nei giorni nei quali è stato esposto all'adorazione del popolo. 
Ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere abbondantemente le grazie del suo divino amore su coloro che Gli renderanno quest'onore e procureranno che anche altri glielo rendano».

Dopo che il Signore si degnò di parlare così alla sua diletta, essa rispose: «Ma, Signore mio, chiedi queste cose a una creature così misera e peccatrice che con la sua indegnità impedirà i tuoi disegni?». Disse il Signore: «Ingenua creatura! Non sai che io mi servo delle persone più deboli per confondere quelle più forti?».
Replicò Margherita: «Allora rendimi capace di fare quanto mi comandi».
Di nuovo il Signore: «Rivolgiti al mio servo (cioè al padre de La Colombière), e digli da parte mia che faccia quanto è in lui per stabilire questa devozione e realizzare i desideri del mio Cuore. 
Non si abbatta di fronte alle difficoltà che sorgeranno; sappia che è onnipotente colui che diffida totalmente di sé e ripone la sua fiducia soltanto in me».

Quando Margherita comunicò al padre Claudio gli ordini ricevuti dal Signore, questi le comandò di mettere in iscritto quanto riguardava la devozione al sacro Cuore ed ogni altra cosa utile alla gloria di Dio, in cui anch'egli aveva parte, e di consegnargli lo scritto per potervi comodamente meditare .
I due araldi di questa devozione, scelti dal Signore stesso, il 21 giugno di quello stesso anno 1675, celebrarono per primi la festa del divin Cuore di Gesù 
Si consacrarono a Lui pronti a intraprendere e soffrire ogni cosa per portare a compimento i suoi disegni.

mercoledì 4 gennaio 2012

SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE E IL SACRO CUORE- terza parte


Continua qui la pubblicazione di alcuni estratti dalla bolla di canonizzazione di Santa Margherita Maria Alacoque.
Lo scritto mette in evidenza, anche stavolta, alcuni punti di grande importanza:
  • il divin Cuore di Gesù vuole che suppliamo all'ingratitudine estrema con cui è trattato da molti. E' vero che nessuna creatura è in grado di amare questo Cuore come merita, ma il nostro desiderio di farlo verrà ricompensato da quello stesso Cuore, che supplirà alle umane mancanze, infiammando i cuori degli uomini di amore....lo aveva già detto a Santa Gertrude la Grande!
  • infiammati dall'amore del Cuore di Gesù, a noi rimane la libertà di agire in conformità o meno a quanto questo amore ci ispira e ci chiede.... ecco i consigli che diede a Santa Margherita Maria e che tutti possono provare ad applicare : comunicarsi spesso, specialmente al primo venerdì -offrendo questa Comunione in riparazione per i peccati-; pregare implorando la Misericordia Divina sui peccatori -alleviando così i dolori di Gesù nell'Orto degli Ulivi-; schivare le tentazioni del demonio fidando sull'obbedienza, che per un religioso sarà quella al superiore, per un laico al proprio direttore spirituale;
  • C'è infine un ultimo punto molto interessante: il Cuore di Gesù non divide gli animi, ma li unisce. Anzi, tanto più i cuori degli uomini amano il Divin Cuore, tanto più saranno legati fra di loro, proprio nel e per mezzo del Cuore di Gesù!

Qui è possibile leggere la seconda parte degli estratti della bolla.
Buon proseguimento di lettura!





Dalla bolla di canonizzazione della Santa,
"LA MERAVIGLIOSA STORIA DI MARGHERITA MARIA ALOCOQUE", scritta da Papa Benedetto XV



Nuova apparizione

Gesù apparve di nuovo alla sua sposa: dalle sue cinque piaghe e specialmente dal suo Cuore adorabile, si sprigionavano fiamme e fulgori. 
Le ricordò il suo amore infinito per gli uomini e si lamentò di venir corrisposto con ingratitudine, ostinazione e oltraggi. 
E aggiunse: «Tu almeno compensa l'ingratitudine del loro abbandono». 
«E come potrei io, Signore?» rispose essa. 
E Gesù: «Ecco, ora hai come supplire alla tua debolezza».

E aperto il divin Cuore ne uscì una fiamma tanto veemente che a mala pena le ressero le forze per sostenerla.
Le ordinò allora ciò che avrebbe dovuto fare: doveva accostarsi alla santa comunione quanto più spesso gliel'avesse permesso l'ubbidienza e ogni primo venerdì di ciascun mese. Prima della mezzanotte dal giovedì al venerdì, a ricordo della tristezza mortale che oppresse il Redentore degli uomini nel giardino degli ulivi, per lo spazio di un'ora intera doveva giacere prostrata a terra, implorare misericordia per i peccatori e alleviare insieme, in qualche modo, l'amarezza da Lui provata per l'abbandono degli Apostoli. 
Doveva guardarsi diligentemente dal nemico, che, in tanti modi, le avrebbe teso insidie; doveva aver per norma l'obbedienza e non doveva far nulla senza il comando dei superiori. Rimasta come fuori di sé per tale visione, le consorelle che la cercavano, si accorsero che non riusciva né a rispondere né a fare un passo, e così infiammata e tremante la condussero alla superiora. 
Margherita Maria, gettandosi alle sue ginocchia, le raccontò a malincuore quanto le era accaduto. 
Ma la Madre de Saumaise, ricevutala rudemente la mortificò e non volle concederle nulla di quanto il Signore le aveva chiesto. 
Di ciò essa ne fu quanto mai lieta, dato che nessuna cosa le era più gradita che l'umiliazione e la disistima degli altri.

Sotto la protezione della Vergine

Ma quella fiamma che divinamente aveva pervaso le fragili membra di Margherita, le fece contrarre una febbre tanto alta e continua, anche se tollerata da lei volentieri, che la portò a tal punto che sembrava dovesse morire da un momento all'altro.
Madre de Saumaise ordinò allora a Margherita Maria di chiedere a Dio la guarigione; se l'avesse ottenuta, questa sarebbe stata prova sicura che era guidata dallo Spirito divino. Obbedì alla volontà della superiora e fu subito esaudita. 
A Margherita malata, infatti, apparve la santissima Madre di Dio, e le disse che era stata inviata dal divin Figlio per restituire alla diletta figlia la salute di prima. 
Poi con molta bontà, la consolò e le predisse che le restava ancora un lungo cammino da percorrere, sempre sotto la croce, trafitta da chiodi e spine, lacerata da flagelli. Non doveva però temer nulla, perché Essa non l'avrebbe mai abbandonata, ma l'avrebbe tenuta costantemente sotto la sua protezione.



IL PADRE LA COLOMBIÈRE E LA GRANDE RIVELAZIONE




«La visionaria»


Davanti a questi fatti Madre de Saumaise non poteva avere più alcun dubbio che i fenomeni che avvenivano in Margherita Maria fossero di origine soprannaturale.
Non sentendosi però capace di dirigere una figlia che batteva vie tanto eccelse, credette giustamente necessario di far esaminare il tanto difficile caso da persone religiose di Paray, esperte nella conoscenza e guida delle anime. 
Costoro, esaminati i fatti, ritennero Margherita Maria una visionaria e proibirono a lei e alla superiora di accettare e prestar fede a quanto si presentasse di meraviglioso. 
Invano Margherita Maria si sforzava con tutte le sue energie di eseguire questo comando, perché il Signore non glielo permetteva. 
Cadde così in una grande ansietà, perché, mentre Dio continuava a operare con insistenza sulla sua serva, questa aveva l'ordine di ritenere che non era Dio ad agire in lei. 
Mentre, in tale stato di perplessità, si credeva abbandonata da Dio, il divino Maestro la tranquillizzò, promettendo di inviarle un suo servo, al quale voleva che manifestasse tutti i segreti da lei conosciuti intorno al suo sacro Cuore: egli infatti era stato scelto a confermarla sulla via straordinaria sulla quale camminava.



"Ecco colui che ti mando"


All'inizio dell'anno seguente, giunse a Paray, come superiore della casa dei gesuiti, il venerabile Padre Claudio de la Colombière, la cui scienza e virtù eran tenute in grande stima. La prima volta che mise piede nel monastero della Visitazione, Margherita Maria sentì dentro di sé una voce che le diceva: «Ecco colui che ti mando».
Qualche tempo dopo, terminata una conferenza alle religiose della Visitazione, il Padre La Colombière domandò alla Madre de Saumaise chi fosse la suora da lui vista al posto che le indicò, e rispondendogli che si chiamava Margherita Maria, il Padre aggiunse: _ È un'anima eletta _. Madre de Saumaise ordinò allora a Margherita Maria di manifestare tutto il suo animo al Padre Claudio.
Essa si presentò al Padre con grande ripugnanza, ma poi, da lui confortata, si aprì candidamente. 
Il Padre La Colombière incoraggiò l'umile suora assicurandola che non doveva avere alcun dubbio sullo Spirito che la guidava, poiché Esso non la sottraeva all'obbedienza. 
Poteva quindi seguire gli impulsi di Dio, abbandonarsi pienamente e con riconoscenza al suo volere, e ammirare piuttosto la sua bontà dal momento che, nonostante la sua ritrosia, non si era ritirato da lei; accogliesse dunque le sue confidenze e i suoi familiari colloqui con animo riverente, umile e grato.

L'unione dei tre cuori

Un giorno il Padre La Colombière, mentre celebrava il divin Sacrificio nella Chiesa della Visitazione, con la partecipazione delle suore, riflettendo sulla bontà del Signore che si comunica a noi per mezzo del santo sacrificio, si sentì infiammare da un nuovo e inesplicabile fervore. 
Questo stato d'animo fu rivelato anche a Margherita. 
Ora, mentre essa stava per comunicarsi, Nostro Signore le mostrò il suo Cuore che sembrava una fornace ardente. 
Altri due cuori si avvicinarono al Cuore di Gesù per unirsi e immergersi in Lui. 
Sentì allora una voce che diceva: «Così il mio amore unisce in eterno questi tre cuori». 
Gli altri due cuori erano quello di Margherita e quello di Padre Claudio. Il Signore inoltre ordinò alla sua serva di manifestare al padre i tesori del suo divin Cuore, affinché ne divulgasse il valore e i benefici, e soggiunse che li voleva tutt'e due come fratello e sorella, partecipi ugualmente di queste divine ricchezze.

lunedì 2 gennaio 2012

SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE E IL SACRO CUORE- seconda parte



Troverete di seguito -e a partire da questo post- una selezione di brani tratti dalla bolla di canonizzazione di Santa Margherita Maria Alacoque.


La pagina di oggi ci rammenta due cose fondamentali, molto gradite al Sacro Cuore di Gesù:

  • il Cuore di Gesù ci ama e vuole essere riamato: il nostro deve essere un impegno duplice, di corrispondenza personale a questo Suo Amore e di impegno per diffonderne la devozione;
  • la forma migliore per onorare Gesù e "spegnere" la Sua Ardente sete di amore è l'adorazione, la contemplazione, la preghiera dinanzi al Santissimo Sacramento; ovviamente questo vale tanto più nel momento in cui Egli -vivo e vero- viene in noi al momento della Comunione Eucaristica. Si può inoltre ricorrere ad un altro "mezzo" molto gradito al Signore: la Comunione spirituale, che si può fare anche più volte al giorno!
  • il mezzo "materiale" che può accompagnare e stimolare la nostra devozione è quella delle immagini, scultoree o pittoree, del Sacro Cuore rappresentato in forma "umanissima": di carne! Il Signore gradisce il ricorso a questi strumenti che possono incentivare e diffondere il culto al Suo Sacratissimo Cuore e promette di "ripagare" con benedizioni copiose quanti vi ricorreranno!





Dalla bolla di canonizzazione della Santa,
"LA MERAVIGLIOSA STORIA DI MARGHERITA MARIA ALOCOQUE", scritta da Papa Benedetto XV


"È antichissima consuetudine della Chiesa iscrivere nell'albo dei Santi coloro che durante la vita vissero le virtù in grado eroico e operarono prodigi e miracoli. 

Per mezzo delle canonizzazioni, decretate dalla Chiesa, si celebrano le lodi dei Santi e le opere della misericordia di Dio, il quale volle premiare le fatiche dei Santi con meravigliose grazie concesse per loro intercessione, quand'erano ancora su questa terra; nello stesso tempo si proclama la gloria che essi godono in Cielo. 

Ed è giusto che la Chiesa militante veneri con filiale e devoto affetto coloro che lasciarono esempi di virtù e insegnarono la via per raggiungere la vita eterna.

Meravigliosa poi in modo speciale è la storia della serva di Dio Margherita Maria Alacoque, alla quale tante volte si manifestò il Signore e le rivolse benignamente la parola per suscitare sentimenti di devozione e di carità verso il Cuore Sacratissimo di Gesù Cristo, che tanto ha amato gli uomini, mentre essi rispondono con ingratitudine al suo amore.

Le prove della bontà e della misericordia di Dio, che appaiono così chiaramente nella vita di questa serva di Dio, muovano tutte le anime rigenerate nel sangue di Cristo, ad amare il suo Cuore Sacratissimo, affinché in questi tristi tempi, ottengano le grazie che Egli promise di effondere sopra coloro che venerano con devoto culto il suo Cuore".

Nata il 22 luglio 1647, entrò poi nell'ordine delle Visitandine e fu favorita di ricchissime grazie.

"Così, a poco a poco, il Signore iniziava a parlare del suo Sacro Cuore con la dilettissima serva.
Glielo presentò come un porto e asilo nei più gravi pericoli; le predisse che nel suo Cuore le anime avrebbero trovato la quiete, il conforto e ogni dolcezza; che il suo Cuore avrebbe regnato nelle sofferenze, trionfato nell'umiltà, esultato nelI'unità. 
E così l'animo di Margherita già sentiva accendersi dal desiderio di far conoscere e predicare a tutti l'amore del Cuore di Gesù. 
Margherita Maria infatti diceva di sentir la sua anima tanto presa dal divino Sposo, da non aver altra brama, altra facoltà se non quella di amarlo, e di non aver altro timore che quello del peccato. 
Come inabissata nel Cuore di Gesù, chiedeva ardentemente il disprezzo, la noncuranza, la dimenticanza degli uomini per rendersi somigliante allo Sposo suo crocifisso. 
Così, gradualmente, Dio onnipotente formava la sua serva fedele perché divenisse preparata e pronta a rivelare agli uomini l'ardentissimo amore del suo Cuore divino.




La prima apparizione

Nel giorno della festa di san Giovanni Evangelista, del 1673, mentre Margherita Maria pregava dinanzi alla Santissima Eucaristia, le apparve il Signore Gesù e la invitò a riposare a lungo sul suo petto. 
Quindi, mostrandole per la prima volta il suo adorabile Cuore, le disse:

 «Questo Cuore brucia di tanto amore 
per te e per tutti gli uomini 
che non posso più contenerlo. 
È necessario perciò che, per mezzo tuo, 
sia fatto conoscere a tutti, 
sicché tutti siano ricolmi dei benefici del mio Cuore
 e siano preservati dagli eterni supplizi».

Chiestole quindi il cuore, dopo averlo immerso nella fornace del Cuore divino, glielo restituì infuocato del medesimo incendio e per tutta la vita essa arse di quel fuoco, né mai si estinse lo spasimo iniziato in quel momento.



Non molto tempo dopo le apparve di nuovo il Cuore divino di Gesù. 
Più sfolgorante del sole e trasparente come un cristallo stava sopra un trono di fiamme; lo cingeva una corona di spine, era sormontato da una croce, mentre la ferita della lancia irradiava splendori.
Mosso dal desiderio di essere fortemente amato dagli uomini, il Signore manifestava alla sua sposa di essere risoluto a far loro conoscere il suo Cuore e per esso spargere largamente i tesori dell'amore, della misericordia, della grazia, della santità e della salvezza. 

Aggiungeva che gli era sommamente gradito di vedersi onorato pubblicamente dagli uomini sotto la figura del suo Cuore di carne, per meglio commuovere, con tale immagine, i loro cuori. 
Dovunque perciò quella immagine venisse onorata, avrebbe operato ogni sorta di benedizioni.

Udì inoltre queste parole dal Cuore Sacratissimo: 

«Ho una sete ardente
 di essere onorato dagli uomini 
nel Santissimo Sacramento: 
ma non trovo quasi nessuno che si adoperi 
ad estinguere la mia sete 
e corrisponda al mio amore». 

Parole che recarono incredibile angoscia al cuore di Margherita, ardente com'era di amore per Gesù".